mercoledì 14 gennaio 2015

Le piccole virtù - N. Ginzburg



Ho letto più volte questo libro, e ultimamente anche in questi giorni.
Mi fa piacere scriverne perché è bello poter condividere le impressioni che si hanno sulle cose che si leggono, perché un libro raramente colpisce le persone allo stesso modo, e nel tempo tocca corde diverse anche alla stessa persona che lo aveva letto anni prima.
Io credo di averlo apprezzato di più adesso, di quanto avevo fatto in passato.
Della stessa autrice Natalia Ginzburg ho letto anche altre cose, ho trovato strepitoso "Lessico familiare", per esempio.
Questo "Le piccole virtù" è un insieme di scritti, undici, intimi e autobiografici. Una scrittura interessante e brusca in certi passaggi. Ma sempre degna di essere letta.
Certo occorre contestualizzare i testi, scritti tutti dal '44 al '62, ma spesso nella lettura ci si trova a pensare che si potrebbe crederli scritti ieri.
Ne "I rapporti umani" scrive a proposito dell'amore verso i figli che si comincia a capire la vera essenza dell'amore (e del dolore) proprio da genitori. Quando ci rendiamo conto di percorrere la stessa strada che abbiamo percorso nei rapporti coi nostri genitori, solo che adesso ci troviamo dall'altra parte. E riconosciamo gli sguardi duri, le risposte sfuggenti, la mancanza di indulgenza nei giudizi, la durezza e la fierezza di chi ha davanti tutta la vita. In attesa, dice, di arrivare ad ottenere finalmente un poco di misericordia. Quella misericordia che poi si ottiene solo da anziani o da dementi.
Bello anche il passaggio ne "le piccole virtù", in cui sottolinea quanto l'educazione a suo parere si dovrebbe fondare più sulle grandi virtù che sulle piccole. Occorre insegnare "non il risparmio, ma la generosità e l'indifferenza al denaro; non la prudenza ma il coraggio e l'amore per la verità; non la diplomazia, ma l'amore per il prossimo; non il desiderio di successo, ma il desiderio di essere e di sapere". Al contrario di solito l'educazione si fonda  sulle piccole virtù, e queste senza le grandi finiscono per portare al cinismo o alla paura di vivere. E interessantissimo poi il lungo passo sull'educazione al denaro, si sofferma a sottolineare quanto anche inconsciamente poniamo attenzione al denaro, e così facendo lo mettiamo al centro dello sviluppo dei nostri figli, come pensiero fisso. A cominciare dal salvadanaio. "Il segreto dell'educazione sta nell'indovinare i tempi", che semplice verità!
La scuola poi. La scuola dovrebbe essere un campo di battaglia dei nostri figli, a cui dovremmo dare solo un soccorso occasionale, proprio perché quello è un ambito loro, dove mettersi alla prova da soli, in cui affrontare le prime delusioni, in cui misurarsi con gli altri. Possiamo condividere le loro gioie e i loro dolori, ma non prenderne parte. Mi piacerebbe che tutti i genitori potessero leggere e interrogarsi su questo tema, giusto oggi che tendiamo a sostituirci in tutto, ad essere così tanto presenti, ossessivamente presenti in alcuni momenti. Forse ci aiuterebbe a riflettere, e qualche volta a cambiare rotta.
Naturalmente anche gli altri scritti sono degni di nota, non ultimo "Lui e io" un racconto di vita coniugale imperdibile.

2 commenti:

  1. Bellissimo post! Dopo una recensione del genere come non comprare questo libro!?
    Grazie, lo leggerò prestissimo!
    Un grande abbraccio <3 <3 <3

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